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Conservazione

Le mele sono vive!

Respirano anche loro e mentre lo fanno trasformano gli zuccheri complessi, gli amidi, in zuccheri semplici. Per farlo emettono acqua, CO2 ed energia come calore. 

Ti sei mai chiesto perché si mangiano le mele tutto l’anno? 

Le mele vengono stoccate in celle frigorifere per rallentare la loro maturazione e la respirazione, è infatti anche grazie all’utilizzo di temperature più basse che è possibile prolungare la vita del frutto. 

Quando i produttori conferiscono la mela ai centri di stoccaggio è possibile immetterle in queste celle, abbassare le temperature e ridurre la percentuale di ossigeno contenuta al suo interno. 

Anche noi respiriamo grazie alla presenza di gas come azoto, ossigeno, argon e anidride carbonica ed è variando la percentuale di queste sostanze che riusciamo a conservare la frutta. 

Non c’è niente di chimico in tutto questo! È aria!

Nel caso delle mele si possono utilizzare diversi metodi di conservazione. 

La CONSERVAZIONE IN ATMOSFERA CONTROLLATA per cui si modifica la concentrazione di ossigeno (O2) e anidride carbonica (CO2) per prolungare la vita del prodotto. In particolare, si abbassano i livelli di O2 per aumentare la CO2, i livelli vengono impostati all’inizio della fase di conservazione e mantenuti tali per tutto il ciclo grazie all’utilizzo di sensori che rilevano i livelli dei gas nella cella frigorifera. 

I range di ossigeno e anidride carbonica che vengono scelti variano in base alla specie che deve essere conservata, ma esistono varianti anche all’interno della stessa specie. 

Nel caso specifico delle mele, infatti, possono cambiare i livelli dei due gas e anche le temperature alla quale vengono conservate. 

Grazie alla riduzione della respirazione del frutto si riesce a portare sulle tavole un frutto che non ha perdite a livello di zuccheri e nutrienti e presenta una texture compatta.

Il periodo di conservazione dei prodotti varia in base alla specie e alla varietà conservata può durare infatti diversi giorni come alcuni mesi. 

Dalla precedente tipologia di conservazione se ne è sviluppata un’altra, usata per la conservazione delle mele. Parliamo della CONSERVAZIONE IN ATMOSFERA CONTROLLATA DINAMICA. 

In questo caso per permettere una conservazione ottimale si porta la percentuale di O2 a livelli minimi, quasi di stress, parliamo di 0.4-0.5% a seguito di questo step si innalza nuovamente la percentuale di ossigeno nella cella, fino a valori di circa l’1,5%  e si ripetono questi step diverse volte, per favorire una maggiore conservazione e per evitare la formazione di fisiopatie. 

Con questo approccio è essenziale fare attenzione a non favorire reazioni fermentative nei frutti, che scaturiscono da condizioni in cui l’ossigeno è assente. Quando i frutti faticano a respirare si ha produzione di etanolo, e tramite un monitoraggio puntuale si possono intercettare le soglie critiche di presenza di questo gas, così da innalzare i livelli di O2 e bloccare i processi fermentativi.  





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